Alcuni prodotti da ciclismo sono più soggetti alle preferenze personali di altri, come le selle e le scarpe per esempio. A questi, però, si possono aggiungere anche i caschi.
Un casco che si adatta bene alla testa del ciclista è fondamentale. Indossare quello perfetto è come andare in giro con un abito fatto su misura. Si adatta alla testa come un guanto, ha un bell'aspetto e fa girare la testa agli altri ciclisti. Se una sella è brutta ma comoda, puoi facilmente nasconderla quando sei in bicicletta. Contrariamente, non c'è modo di nascondere casco orribile, a meno che tu non stia correndo la Parigi-Roubaix versione 2021.
Personalmente, sono sempre riuscito a evitare quei caschi comodi, ma che ti fanno sembrare il Mega Mushroom di Super Mario (e ce ne sono molti là fuori). Fortunatamente, Kask ha reso la ricerca del casco perfetto sempre molto semplice, almeno per il sottoscritto. Ho sempre amato il loro design pulito e di classe: negli ultimi dieci anni, ho comprato e usato un Bambino Pro (per le cronometro e il triathlon), un Protone (che uso principalmente in estate), un Utopia (il mio casco invernale), e un Mistral - ma solo per essere un po' appariscente.
Quando ho letto del nuovo Kask Wasabi, un casco che l'azienda descrive come perfetto "per ogni giro, non importa le condizioni", ho pensato che il nuovo modello potessere essere il Santo Graal dei caschi: un casco Kask per dominarli tutti.
Ce l'hanno fatta?
Sono riusciti quelli di Kask a decifrare il codice per produrre il casco perfetto? Beh, perché un casco sia perfetto per ogni corsa e condizione, deve essere caldo, leggero, traspirante, aerodinamico ma con una buona ventilazione, comodo, bello e protettivo. Niente di che, insomma.
Procediamo con ordine. Da un punto di vista estetico, pur mantenendo l'aspetto elegante e sportivo dell'intera linea, il Wasabi è forse ancora più bello degli altri modelli. E anziché usurpare l'Utopia, la cui offerta sono le alte prestazioni, il Wasabi il modello ammiraglia da strada e non per tutte le stagioni. E non è una coincidenza che il modello del Wasabi sia il prodigio tuttofare Tom Pidcock.
A un primo test, la calzata è altamente comoda e resa semplice dal regolatore a quadrante posteriore, dai cuscinetti interni in gel e dal sottogola in pelle sintetica. Sulla bilancia di casa il peso del Wasabi è di 276 grammi per una taglia media.
Passiamo alle temperature e alla traspirazione. Il casco è aerodinamico, e per lo più chiuso ermeticamente nella parte superiore - una caratteristica che già di suo garantisce la ritenzione del calore. Ma un'aggiunta intelligente è la cuffia in lana Merino traspirante che va si può acquistare indipendentemente dal Wasabi per i mesi più freddi.
Climate control
Poi c'è la ventilazione e la traspirabilità. Di solito, questo è il punto in cui i caschi aero sono un po' carenti. Ma con il Wasabi, Kask è andata oltre. Hanno incluso uno sfiato superiore che controlla la quantità di flusso d'aria incanalato attraverso il casco: completamente chiuso per il massimo guadagno aerodinamico, completamente aperto per una traspirazione superiore e un livello medio per i giorni intermedi. Lo sfiato chiuso significa un flusso d'aria minimo quando si pedala al freddo o si vuole rimanere aero. I test nella galleria del vento hanno confermato che si perde solo un watt quando lo si chiude o si apre (se si pedala alle velocità di Tom Pidcock).
Ultimo, ma non certo per importanza, la sicurezza. Il Wasabi è passato attraverso - e ha superato - il protocollo WG11 di Kask, che misura le prestazioni contro le forze di rotazione. E come tocco finale, gli adesivi ad alta visibilità forniscono una visibilità extra anche in condizioni di poca visibilità.
Non avevo dubbi che Kask avesse raggiunto qualcosa di eccelso con il Wasabi. Ma una volta che l'ho usato in strada, ho capito che si sono superati.