Tour de France 2023 | ELOGIO AL TORNANTE


Tour de France 2023 | ELOGIO AL TORNANTE


Autore: Emilio Previtali

Il Tour de France è arrivato alle Alpi. Non si può nemmeno dire: ‘finalmente’, abbiamo già avuto fin qui una corsa combattuta e divertente che ci ha fatto godere, quello che ci aspetta adesso è un finale in costante crescita di emozioni e di spettacolo. Ieri la corsa ha affrontato come ultima salita il Grand Colombier, una salita impegnativa e bellissima di 17,4 chilometri al termine di una tappa breve, di soli 137 chilometri sulla quale Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard si sono controllati a vicenda. Nel farlo una fuga di corridori buoni, tra cui il polacco Michal Kwiatokowski che ha poi vinto la corsa, ha preso il largo e non c’è più stato modo di andarlo a riprendere.

Kwiatokowski è un atleta fortissimo di 33 anni che gareggia ora soprattutto in appoggio ai compagni della INEOS Grenadiers, con la libertà come è successo ieri di andare a caccia di qualche bel successo personale. Quello dei successi di tappa è diventata la strategia della squadra inglese, che ci aveva abituato in passato al dominio per la classifica finale. Corridore intelligente e di esperienza, “Kwiato" nella sua carriera oltre il titolo di Campione del Mondo nel 2014 ha vinto molte corse importanti, molte delle quali due volte: Milano-Sanremo e poi due volte la Amstel Gold Race, due volte la Strade Bianche, due volte la Tirreno-Adriatico, due volte la Vuelta ao Algarve, due tappe al Giro di Polonia e due tappe al Tour de France.

Quella per raggiungere la cima del Grand Colombier dal versante di Culoz, nel dipartimento del Ain su cui i corridori hanno pedalato ieri, è una salita magnifica, molto apprezzata anche dagli appassionati delle grandi salite per i suoi magnifici tornanti che caratterizzano la parte intermedia della strada. A rendere questi tornanti unici c’è il fatto che per un lungo tratto si susseguono a distanza ravvicinata seguendo e assecondando la dorsale della montagna, che è nella realtà un lungo costone che sale continuamente verso l’alto fino a 1501 metri. 

Iscriviti gratis alla nostra newsletter quotidiana sul Tour de France

Guardando la corsa ripresa dall’elicottero, ieri in TV, a qualsiasi cicloamatore è venuta voglia di andare immediatamente in garage, prendere la bicicletta e andare a caccia del primo tornante a portata di pedale. I tornanti eccitano la mente di noi ciclisti per una serie di ragioni, alcune delle quali hanno a che vedere con la perfezione ingegneristica della costruzione, altre invece con la sensazione che si avverte pedalandoci sopra in bicicletta. È una cosa stranissima, c’è da una parte mentre si sale la fatica di andare avanti e indietro per il pendio in salita, apparentemente senza logica e dall’altra invece, in curva, il piacere delle ruote che girano quasi senza fatica dandoci sollievo in un gioco di contropendenze e inclinazioni.

Una strada in fin dei conti non è soltanto un luogo di transito e di passaggio, è il risultato del pensiero umano che cerca di leggere e mettere insieme la natura caotica e selvaggia dell’ambiente con la razionalità della matematica e della geometria, trasformando il paesaggio e tentando di integrarsi a esso. Secondo Carlo Donegani, l’Amadeus Mozart (o il Diego Armando Maradona, se preferite) della costruzione delle strade di montagna, disegnatore e progettista tra le altre sue opere delle strade del Passo Stelvio e del Passo Spluga nel 1800, i tornanti non sono una linea di passaggio reperibile in natura ma piuttosto il risultato di un pensiero evoluto. Per questo quindi, sono vere e proprie opere d’arte. Certe opere d’arte si guardano soltanto, su certe altre ci si pedala. 

L’andirivieni apparentemente insensato lungo i versanti della montagna per superare il dislivello, è una specie di atto di fede. Forse è proprio questo abbandono della logica in favore della razionalità, che fa godere noi ciclisti. È il weekend, dateci la nostra dose settimanale di tornanti da pedalare, ne abbiamo bisogno. Qual’ è il tornante più vicino a voi, quello speciale, che conoscete come il palmo della vostra mano, quello che quando ci pedalate sopra pensate: ‘Dio, grazie di avermi fatto ciclista’?

Oggi ci andrete?

Autore: Emilio Previtali

READ MORE

Zurich Road World Championships 2024 individual time trial contenders

Zurich Road World Championships 2024 individual time trial contenders

Who will secure the gold medals in the elite individual time trials in Zurich?

Leer más
All change at Astana: does new investment spell a revival?

All change at Astana: does new investment spell a revival?

The Kazakh team is currently recruiting riders who can guarantee enough WorldTour points to keep them in the top tier after 2025

Leer más
Ready for the Worlds: Pogačar flies to victory in Canada (gallery)

Ready for the Worlds: Pogačar flies to victory in Canada (gallery)

Images from the WorldTour's weekend away to North America

Leer más
‘I thought a KOM was a Strava segment!’ Clara Emond – the lawyer who became a Grand Tour stage winner

‘I thought a KOM was a Strava segment!’ Clara Emond – the lawyer who became a Grand Tour stage winner

From first bike to Grand Tour stage winner in three years: Law student Clara Emond’s remarkable and rapid rise

Leer más
Opinion: Lotte Kopecky is your next Tour de France Femmes winner

Opinion: Lotte Kopecky is your next Tour de France Femmes winner

The Belgian rider’s recent performances prove that she is every bit the general classification contender

Leer más
Pogačar is back: can the Tour de France champion make a winning return in Canada?

Pogačar is back: can the Tour de France champion make a winning return in Canada?

The Slovenian will return to racing at the GP de Québec and Montréal this weekend ahead of the World Championships

Leer más

MEMBERSHIP

JOIN ROULEUR TODAY

Independent journalism, award winning content, exclusive perks.

Banner Image