C’è qualcosa di magico nell'essere in cima a una montagna in sella alla propria bici. È come se il tempo rallentasse, e tutto ciò che conta è arrivare in cima, seguendo il vento che sfiora il nostro viso e il battito accelerato del nostro cuore. È in questi momenti che ci si rende conto di quanto sia straordinaria la connessione tra il corpo, la mente e la natura. E quando si trova il coraggio di andare oltre i confini convenzionali, si possono raggiungere altezze che sembravano irraggiungibili.
Nella seconda tappa della Volta a Catalunya, 186,5 km da Mataró alla vetta di Vallter 2000, avvolto nelle nuvole, sotto una pioggia insistente e apparentemente immune al freddo, Tadej Pogačar ha dimostrato una determinazione e una resistenza straordinarie, che ci ha ricordato un po’ alcuni dei più grandi campioni del passato, in una sorta di flashback mediatico: le telecamere, ostacolate dal maltempo, non riuscivano a garantire una diretta televisiva negli ultimi 6 chilometri, lasciando l'attacco dello sloveno solo alla nostra immaginazione.
"La giornata era splendida all’inizio della tappa, sembrava quasi estate. Poi abbiamo visto i nuvoloni grigi e abbiamo iniziato a preoccuparci un po’. Speravamo di affrontare la salita finale senza la pioggia, ma purtroppo è iniziata proprio durante la penultima. Le condizioni erano davvero difficili: la salita era impegnativa e si sentiva l'effetto dell'altitudine. Tuttavia, nonostante le avversità, sono felice di aver conquistato la vittoria", ha dichiarato Pogačar al termine della gara.
In questo debutto stagionale, lo sloveno ha dimostrato una costanza impressionante, salendo sul podio in ogni gara fino a qui disputata. La tappa di oggi si è anche rivelata cruciale come test in vista delle sfide che lo attenderanno al prossimo Giro d'Italia, che avrà luogo tra poco più di un mese.
Le squadre con speranze di classifica ossia, Ineos-Grenadiers, Bahrain Victorious, Visma-Lease a Bike ed EF Education-EasyPost erano tutte in testa al gruppo quando la corsa ha raggiunto la base di Vallter 2000, ma quando il numero uno della UAE Team Emirates ha lanciato il suo attacco decisivo a soli 6,5 km dal traguardo, non ce n’è stato più per nessuno. La nebbia ha aggiunto un elemento di mistero e drammaticità a questa straordinaria performance. Mentre le telecamere si focalizzavano su Mikel Landa (Soudal Quick-Step) e Aleksandr Vlasov (BORA-Hansgrohe), rispettivamente in lotta per il secondo e terzo posto, Pogačar sfrecciava in solitaria verso la vittoria, lasciando dietro di sé il vuoto, dimostrando ancora una volta di essere il maestro di questa disciplina, capace di emergere trionfante anche nelle condizioni più avverse. Il giovane corridore della UAE Team è apparso sul traguardo di Vallter 2000 in solitaria, quasi fosse un miraggio, staccando di 1'22" Landa e Vlasov.
Ogni volta che uno dei cosiddetti "sei grandi" del gruppo corre una gara senza la presenza degli altri cinque, si comincia a pensare che la vittoria sia scontata. Forse. Ma da oggi a ben ragione: Pogačar non solo si afferma come il nuovo leader della corsa, ma ipoteca anche la vittoria in Classifica Generale, avendo un vantaggio di ben 1'35'' sul secondo classificato, Mikel Landa della Soudal Quick-Step. In un'imprevista svolta rispetto a quanto ci si aspettasse a inizio tappa, la lista dei primi dieci classificati di oggi non annoverava alcun ciclista del team Visma-Lease a Bike.
In conclusione, la vittoria di Pogačar sulla salita di Vallter 2000, la 65esima in carriera, è un tributo alla tradizione e alla storia del ciclismo, un omaggio ai grandi campioni del passato che hanno ispirato e continueranno a ispirare generazioni di corridori e appassionati. Un capolavoro al suono di “Tadej, Tomorrow”.