Lui, da leader autorevole, si muove fluido e composto — quasi come se stesse camminando in punta di piedi. Ha un modo di fare soave e gentile. Ma è anche schietto, pronto alla battuta, e nei discorsi va dritto al punto, senza troppi fronzoli.
Il maglione bianco a collo alto e i capelli un po’ lunghi gli danno un tocco di classe in più. Sembra quasi un attore di Hollywood in vacanza ad Aspen. O ad Andermatt, dove in inverno va spesso a sciare con la famiglia.
La neve e la montagna
Sala gremita per l'incontro con Fabian Cancellara e Imogen Cotter a Rouleur Live sul futuro delle gare online. Foto: Sean Hardy
“È ancora un po’ presto, però adesso arriva l’inverno e vado sempre molto volentieri a fare fondo e discesa con la famiglia e i bambini. È stata un’estate un po’ lunga, ma adesso l’inverno è qua per andare in montagna e sulla neve.” ci ha raccontato Cancellara al Rouleur Live, il nostro evento di Londra.
Tuttavia, tra gli impegni familiari e professionali (Cancellara è ancora super impegnato in molti progetti legati al ciclismo), anche per Spartacus è difficile trovare del tempo libero per godersi l’aria aperta.
“In generale è sempre difficile trovare il tempo, perché ormai le settimane passano veloce e poi, se riesco, vado comunque in bici — perché rimane la mia passione. Però abbiamo anche una pista illuminata a una mezz’ora di macchina da casa, che non è male,” aggiunge.
Anche se la bicicletta rimane la sua grande passione – e principale attività professionale – Cancellara ama anche lo sci di fondo e discesa. Foto: Sean Hardy
Per Cancellara, fondo e discesa sono attività che gli permettono di mantenere fitness cardiovascolare attraverso una pratica sportiva diversa dal ciclismo. E lo sono stati anche quando era ragazzino, e negli ultimi anni della sua carriera.
“Il fondo è un altro tipo di lavoro e ti dà altri benefici, come riuscire ad allenarsi all’aperto anche quando il tempo d’inverno è tosto,” racconta. “Anche se comunque, oggi i corridori hanno anche altre opzioni, come fare i rulli con Zwift al chiuso.”
Cancellara è convinto che ci saranno sempre più gare online e che forse, tra 10 anni, ci sarà uno smart trainer in grado di simulare anche la Foresta di Arenberg ... Foto: Sean Hardy
Ma se il fondo era accettato perché maggiormente associato con i benefici di resistenza, non tutte le squadre in cui ha corso vedevano di buona luce la discesa.
“In alcuni anni con Bjarne [Riis, su dirigente in molte squadre] potevo andare a fare discesa, mentre in altri anni la squadra non voleva,” ha raccontato. “Però dico sempre: anche in bici puoi uscire quando fa freddo e puoi sempre cadere sul ghiaccio e farti male. Io quando andavo a fare discesa lo prendevo come un esercizio fisico vero: non mi fermavo a mezzogiorno a mangiare e poi après-ski e tutte queste cose. Io facevo due o tre orette, ma fatte bene e poi andavo a casa a fare un po’ di rulli.”
Adesso, ovviamente, nessun contratto gli vieta di andare a sciare quando ha tempo e preferisce — e magari anche qualche après ski se lo concede anche Spartacus.
Cancellara e l’Italia
Fabian Cancellara a Rouleur Live. Foto: Sean Hardy
Figlio di un emigrato italiano in Svizzera, Cancellara ha ancora un legame forte con l’Italia. E anche se di questi tempi non visita il sud come in passato, i Cancellara rimangono legati alla Basilicata e al paese di origine di suo nonno, Atella, in provincia di Potenza.
“Vado più al nord, a Milano, e di recente sono stato in Veneto da Pippo [Pozzato, per Serenissima Gravel], poi Toscana e Sardegna d’estate. Questi sono più o meno i posti dove vado più di frequente. Però, alla fine, l’Italia è l’Italia: sud, nord, est o ovest. L’Italia è bella ovunque.”
Fabian Cancellara a Rouleur Live. Foto: Sean Hardy
Cancellara si sente più svizzero, ma confessa comunque che “sì, c’è un po’ di italiano in me. Se dico 50/50 non sarebbe vero. Io sono uno svizzero orgoglioso e patriota. Però l’italiano c’è, ed esiste e non mi vergogno.
Sono anzi molto orgoglioso di questo. Per me l’Italia rappresenta molte belle cose. Non solo il mangiare, pasta, pizza, ma anche la gente, e tutti quegli anni che ho passato in Italia sono stati per me molto importanti.”
E anche solo un 10% di Spartacus ci basta e ci rende orgogliosi di averlo un po' nostro.