Filippo Ganna non si accontenta di essere il campione di ciclismo a cronometro, il dominatore della pista e il campione a tutto tondo. Quest'estate, il bestione di un metro e novanta, ha aggiunto un nuovo talento al suo bagaglio di competenze: quello di velocista.
È stato al Tour de Wallonie di luglio che Ganna, poche settimane prima di diventare campione del mondo di inseguimento individuale per la sesta volta, ha sorpreso i velocisti di prim'ordine come Davide Ballerini, Arnaud De Lie ed Elia Viviani per vincere la prima tappa della corsa.
Un mese dopo, nella quinta tappa della Vuelta a España, lo straordinario "tuttofare" della Ineos Grenadiers ha mancato di poco la vittoria in uno sprint di gruppo contro l'uomo più veloce della corsa, Kaden Groves della Alpecin-Deceuninck. La corsa è stata così combattuta che l'italiano ha pensato che gli sarebbero bastati 20 metri di strada in più per ottenere un grande risultato.
"Sto guidando gli autobus!". Ganna ha riso dopo il traguardo di Burriana. "Cerco di fare l'apripista, di essere l'ultimo uomo [in montagna], di fare lo sprint, e c'è anche un TT dopo il giorno di riposo. Posso fare tutto". In effetti può farlo, e quasi vincere ovunque. Dice che gli servivano solo 20 metri in più; le riprese televisive suggerirebbero che gliene servivano ancora meno.Immagine: Tim de Waele/Getty Images
Va anche detto che per quanto riguarda gli sprint alla Vuelta, Ganna non è proprio circondato dagli uomini più veloci del pianeta; infatti Groves, che ha fatto due su due sulla costa valenciana, è l'unico sprinter tra i primi 20 classificati della corsa.
Ma una tale scarsità di velocisti di alto livello apre opportunità ad altri corridori e Ganna, con la sua forza invidiabile, la sua potenza incontenibile e la sua velocità fulminea, può percepire l'opportunità di aggiungere successi in volata al suo palmarès. O forse no. "Non mi piace fare le volate", ha risposto a sorpresa a Rouleur quando gli è stato chiesto quali siano le sue ambizioni in fatto di sprint. "È troppo pericoloso e non mi piacciono le sensazioni, la pressione sul corpo. Ma se è necessario lo faccio".
Era necessario nella quinta tappa? "Preferisco aiutare il mio capitano in classifica generale, ma G [Geraint Thomas] mi ha detto che potevo fare lo sprint, quindi perché no? Ho cercato di fare del mio meglio per finire primo oggi, non era facile e ho dato il massimo. Vedremo nei prossimi giorni". Il fatto che Ganna possa quasi vincere una tappa di un Grande Giro pur non volendolo fare è un segno delle sue capacità.
Se dovesse averne voglia, se volesse lottare nei 70 km/h chilometri finali, ci saranno altre occasioni per il Ganna velocista nelle prossime due settimane e mezzo, una delle quali già venerdì a Oliva, lungo la costa. Ma sembra che il suo flirt con lo sprint sia solo questo: una breve cotta, a cui torna di tanto in tanto, ma con cui non vuole impegnarsi seriamente o non vuole perseguire ulteriormente.
Nella sesta tappa tornerà a fare il gregario, accompagnando Thomas e Thymen Arensman sulle montagne di Teruel. Poi inizierà a concentrarsi e a conservare le energie per la cronometro di 25,8 km della decima tappa, dove sarà in missione rivincita contro Remco Evenepoel, che poche settimane fa gli ha negato il terzo titolo mondiale a cronometro a Glasgow.
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Rivedremo Filippo Ganna velocista durante questa Vuelta? Solo lui lo sa, ma sembra che questa sarà l'occasionale cavalcata selvaggia del ciclismo, il suo piccolo sporco segreto che sembra tanto giusto quanto sbagliato, che appare di tanto in tanto senza aspettative, ma con effetti dirompenti.
Immagine di copertina: ASO/Unipublic/Agenzia ciclistica Sprint