Al campo base dell'Everest in bicicletta

Al campo base dell'Everest in bicicletta

A marzo di quest'anno, l'ultracyclist italiano Omar Di Felice ha raggiunto il campo base dell'Everest in bicicletta.


Lo scorso marzo uno stanco – ma euforico – Omar Di Felice si inginocchiò di fronte a una roccia. Sul masso, usando uno spray di colore rosso, erano state scritte solo tre parole. Tre parole che tuttavia avevano un grande significato: Campo Base Everest (5,364 m).

In quel momento, Di Felice è diventato il primo ciclista in grado di raggiungere il campo base dell’Everest dal versante nepalese. Non solo, Di Felice lo ha fatto d’inverno, e in solitaria. L’avventura estrema era iniziata a 1,294 chilometri di distanza, a Kathmandu, e nelle tre settimane che sono seguite Di Felice ha scalato un totale di 33,630 metri di dislivello positivi.

Lungo il percorso, il quarantenne originario di Roma ha pedalato su mulattiere e sentieri rocciosi. E per lunghi tratti, per via del fango sul terreno, ha dovuto caricarsi la bici in spalla. Ma ha anche affrontato temperature spesso sotto zero e risposto a tutto quello che la meteo himalayana era pronta a lanciargli contro. Solo lui, il suo zaino e la sua bici.Le lunghe giornate in Himalaya devono essergli sembrate molto diverse da quelle che era solito trascorrere nel 2006 — anno in cui ha firmato un contratto da professionista con il Team Endeka. Proprio in quell’anno, infatti, Di Felice ha capito che le sue ambizioni in bicicletta erano molto diverse da quelle del resto del gruppo. “Non mi piaceva essere vincolato da orari e programmi di allenamento specifici”, ha detto Di Felice dalla sua casa di Milano. “Il ciclismo è sempre stata la mia passione, ma volevo godermela. Quando ho scoperto l'ultracycling ho capito che quella era la mia disciplina. Si trattava di avventura e anche di un’esplorazione, ma un’avventura che mi avrebbe comunque spinto a superare i miei limiti".

Di Felice ha partecipato al suo primo ultracycling— la Race Across the Alps — nel 2011. Il resto, come si suol dire, è storia. Da allora ha corso in gare di resistenza estreme in tutto il mondo, ma sono le sue avventure in solitaria — soprattutto quelle invernali — ad averlo reso celebre e averlo differenziato dal resto degli ultracyclists. Di Felice ha infatti circumnavigato l'Islanda, attraversato il deserto del Gobi e ora conquistato l'Himalaya quando le temperature erano le meno favorevoli per una spedizione in bicicletta. Come mai?

"L'inverno è la mia stagione preferita”, ha spiegato semplicemente. “Da bambino ero affascinato dai racconti di esploratori e alpinisti artici, e fare quello che facevano in quelle condizioni gelide è stata la cosa per me più stimolante. Quando ho iniziato a leggere di queste avventure, ho pensato che avrei voluto portare la mia bicicletta in quei posti estremi. Amo l'inverno, è un sentimento radicato nel mio cuore e nella mia anima, ed è in quegli ambienti estremi dove mi sento più vivo".Nella spedizione in Himalaya, Di Felice non ha soltanto combattuto contro il freddo, ma anche lottare con l'alta quota.  L'attraversamento del passo di Thorung – per esempio – lo ha portato a oltre 5,400 metri e a quelle altezze, ogni colpo di pedale si è rivelato essere una battaglia a sé stante. "Devi accettarlo", ha aggiunto. “A quelle altezze è così difficile respirare che non hai altra scelta che pedalare a passo di lumaca. Devi essere paziente.”

Pazienza è una parola su cui Di Felice torna di frequente. E pazienza è anche la caratteristica che considera essere uno dei tratti più importanti del suo successo. “Devi anche rispettare il tuo corpo e rispettare ciò che ti sta dicendo. Queste spedizioni, nei luoghi più pericolosi del pianeta, sono pericolose. Se ti spingi troppo oltre i tuoi limiti, la tua stessa vita potrebbe essere messa in serio pericolo.

“L'ultracycling non è come fare il Tour o il Giro. Non hai tempo per un massaggio e per rilassarti a fine giornata. È una battaglia continua, quindi devi dare al tuo corpo la possibilità di recuperare mentre sei in bicicletta. Devi accettare che la tua vita, ora, è sulla bici: ci fai tutto tranne dormire. Quello è l'unico momento in cui ti fermi”.

Incontra Omar di Felice a Rouleur Live 2021.

La pazienza è anche il consiglio più importante che Di Felice si sente di dare a chi desidera seguire le sue orme. “Tutto deve essere attentamente pianificato e pensato con attenzione. L’allenamento, le scelte dell’attrezzatura, le soste per il rifornimento. Bisogna prendere tempo per imparare a pianificare ogni spedizione e preparare il corpo per ciò che gli aspetta. Inizia in piccolo e costruisci la tua progressione gradualmente.”

Non essere consumato dalla grandezza delle sfide è un altro consiglio che Omar dà sovente. “Nascondi il GPS, in particolare lo schermo che ti dice quanto lontano devi ancora andare. Ho commesso quell'errore mentre attraversavo gli Stati Uniti e non l'ho mai più fatto. Affronta le tue sfide giorno dopo giorno e un pezzo alla volta. Solo così diventeranno più gestibili.”Con la spedizione in Himalaya completata, Di Felice sta già pianificando le prossime avventure. Tuttavia, il suo viaggio più urgente è il viaggio relativamente facile da Milano a Glasgow dove parlerà alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP26.

Dopo l’incontro di Glasgow, Di Felice sarà poi al Rouleur Live a Londra.

"Spero di arrivare a Glasgow in otto giorni", ha detto. “Nel stesso tempo organizzerò alcuni eventi live sui miei social media con scienziati ed esperti meteorologici per parlare dei cambiamenti climatici e della pericolosa situazione in cui si trova il nostro pianeta in questo momento.

"Facendo quello che faccio, specialmente nelle zone più settentrionali del pianeta, ho visto in prima persona gli effetti del cambiamento climatico e il grave impatto che sta avendo".

L’obiettivo di Di Felice è anche quello di sensibilizzare su una nuova impresa, la Bike to 1.5°C, che ha come scopo quello di evidenziare il ruolo del ciclismo nella riduzione del riscaldamento globale. “Le biciclette sono i veicoli più ecologici che ci siano. Fare in modo che più persone possano andare in bici avrà un effetto significativo sulla lotta all'inquinamento e migliorerà la loro salute. È un progetto che mi appassiona molto e spero che possa fare la differenza. Chi è interessato ad avere più informazioni, nelle prossime settimane lanceremo un sito web che fornirà più dettagli sul progetto. E sui miei social presenteremo il sito e il progetto”.

Puoi seguire i progressi di Di Felice sulla sua pagina Instagram e vederlo di persona al Rouleur Live venerdì 5 novembre insieme a personaggi del calibro di Vincenzo Nibali, Jonas Vingegaard e Fabian Cancellara. Clicca qui per maggiori informazioni.

 


READ MORE

Waving goodbye to the WorldTour: the retiring riders of 2024

Waving goodbye to the WorldTour: the retiring riders of 2024

Rouleur looks at some of the notable riders bowing out of the sport this year and their crowning glories

Leggi di più
‘I don’t feel like I’m slowing down’: Giro d’Italia-bound Adam Yates has never been more confident of success

‘I don’t feel like I’m slowing down’: Giro d’Italia-bound Adam Yates has never been more confident of success

Despite being in the later stages of his career, the British rider is sure that things can keep getting better

Leggi di più

Holiday Promotion

FREE TOTE BAG

Make the most of the season to come with an annual membership - eight of our award-winning magazines delivered to your door, plus a host of other exclusive benefits.

And until Christmas, a beautiful free tote bag too. Use the code below when subscribing to an annual print plan:

RLRTOTE
SUBSCRIBE TODAY