Giro d'Italia 2023: Come nasce il Trofeo Senza Fine?

Giro d'Italia 2023: Come nasce il Trofeo Senza Fine?

Dal numero 19.3, Andy McGrath e Paolo Ciaberta hanno intervistato il produttore del Trofeo Senza Fine.


In una frizzante mattina di dicembre a Vigodarzere, un paesino alla periferia di Padova, nel nord-est dell'Italia, entriamo nel laboratorio di Penello Mario. Qui si produce il trofeo del Giro d'Italia dal 1999, quando Fabrizio Galli vinse un concorso indetto dall'Istituto Italiano del Rame per progettarne uno nuovo.

"Quel progetto è stato realizzato al computer", ricorda Luca Penello, figlio di Mario, che gestisce l'azienda. "Ma all'inizio provare a realizzarlo non è stato facile, i costi non erano particolarmente ragionevoli. Ma dopo aver provato e riprovato, ci siamo riusciti".

Per realizzare il Trofeo Senza Fine ci vuole un mese. Una barra di rame viene arrotondata, poi sagomata con una piegatrice e sottoposta a una prima lucidatura. Successivamente, viene trattata termicamente e ritorta nella riconoscibile forma a spirale. Quindi viene tagliata a misura, viene aggiunta la base e il trofeo viene nuovamente lucidato. Infine, le iscrizioni dei vincitori passati vengono aggiunte con il laser e il trofeo viene sabbiato.

"La parte più difficile del processo è modellare il trofeo e incidere i nomi. Una volta incastrato in quella spirale, bisogna fare molta attenzione a qualsiasi rifinitura", spiega Luca.

Un dispositivo di tortura o un trofeo di ciclismo in preparazione? "Sembra un po' uno di questi", concorda. "Abbiamo bisogno di tutti questi pioli di metallo per sostenere il rame e dare una forma particolare".

Una volta completato, il Trofeo Senza Fine è alto 54 centimetri e pesa 9,5 chilogrammi. L'azienda crea anche i trofei per la Milano-Sanremo, la Milano-Torino, le Strade Bianche e il famoso tridente della Tirreno-Adriatico.

Il lavoro di Luca non si ferma quando questa bellezza placcata in oro 18 carati lascia il suo atelier. Dal Giro del 2017, Penello è presente all'arrivo della corsa per incidere personalmente il nome del vincitore sul trofeo.

Appassionato ciclista della domenica, che ogni anno percorre 4.000 chilometri, questo lavoro è una gioia particolare per Penello: "È un grande onore per me realizzare un trofeo come questo, così importante, così famoso, così ricco di storia".


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