DOVE LE MONTAGNE TOCCANO IL CIELO

Autore: Fulvia Camisa Immagini: Chiara Redaschi

Il fotografo cinese Shengyu Li, con pazienza invidiabile, aveva predisposto la sua attrezzatura per immortalare il cielo sopra il Monte Xiannairi, nella provincia del Sichuan. Il suo obiettivo? Catturare le scie luminose delle stelle con una lunga esposizione. Tuttavia, lo scorso 27 ottobre, la scena ha preso una piega imprevista: il distacco di un seracco, un enorme blocco di ghiaccio, ha innescato una valanga illuminata da improvvisi lampi di luce blu. Il video che documenta questi bagliori, generati dall’attrito durante la frammentazione del ghiaccio, ha attirato l’attenzione mondiale portando così lo Sichuan sotto i riflettori. Questo fenomeno affascinante non ha solo mostrato la potenza della na- tura, ma ha messo in luce una delle zone più selvagge della Cina.

Il Sichuan, situato nel sud-ovest della Cina, è una provincia dalle caratteristiche geografiche e climatiche che la rendono unica nel suo genere. La parte orientale si distingue per una fertile pianura alluvionale, dove il clima subtropicale umido crea condizioni ideali per la coltivazione di riso, tè e spezie, prodotti che definiscono la sua identità gastronomica. In netto contrasto, la sua parte occidentale è un territorio dominato da imponenti catene montuose e profonde valli che segnano il confine orientale dell’altopiano tibetano. Questa zona, aspra e scarsamente popolata, incarna la natura più incontaminata della provincia, attirando esploratori e amanti dell’avventura per via dei suoi scenari intatti.

Queste caratteristiche fanno dello Sichuan una meta ideale per chi cerca sfida e avventura su due ruote, come racconta l’esperienza di Cynthia Carson, ciclista statunitense specializzata in ultra-endurance off-road, appassionata di gravel e bikepacking: “Le montagne del Sichuan ci hanno offerto viste spettacolari e un senso di pace, anche nella loro asprezza. La facilità di trovare cibo incredibile e di entrare in contatto con i locali nelle zone rurali ha reso il viaggio davvero speciale. Ho riscoperto che ogni persona ha un legame pro- fondo con la natura. Indipendentemente dalla professione, dall’età, dalla lingua o dall’educazione, l’ambiente naturale arricchisce la nostra vita in modo insostituibile. È un filo che ci unisce tutti. Gli abitanti delle cittadine più piccole erano entusiasti di condividere il loro tempo con noi, e il sentimento era reciproco. Le aree urbane erano più frenetiche, lasciando meno spazio alle interazioni, se non durante i pasti. Nelle campagne, chi lavorava all’aperto ci salutava e sorrideva al nostro passaggio. Appena lontani dalle strade trafficate, l’accoglienza diventava calorosa”. Prima di raggiungere il Sichuan, Cynthia ha attraversato un tratto della Tianfu Greenway, un’ampia rete ciclabile e pedonale che si snoda tra parchi, fiumi e laghi, completamente priva di interferenze dal traffico. “Ho avuto l’opportunità di pedalare su un circuito chiuso al traffico, pensato esclusivamente per i ciclisti. Ogni sera, appassionati di ciclismo si ritrovano lì per pedalare, gareggiare o semplicemente socializzare. È stato divertente entrare a far parte del gruppo, condividere i giri, anche senza parlare la stessa lingua o comunicare del tutto. La cultura ciclistica a Chengdu mi ha sorpreso per la sua vivacità: c’erano persone con biciclette da 15.000 euro accanto a chi la utilizzava semplicemente nella vita quotidiana. L’atmosfera era dinamica e davvero ispirante”, racconta Cynthia.

Ad accompagnarla c’era Federico Bassis, responsabile del negozio Reverb Hub di Bergamo, che ha potuto osservare da vicino come la cultura ciclistica stia evolvendo a Chengdu, capitale del Sichuan e una delle città più popolose della Cina: “La città non solo è un punto strategico per esplorare il Sichuan, ma si è rivelata anche un importante centro per lo sviluppo di una cultura ciclistica in rapida espansione. Io ero partito pensando erroneamente che ci fosse solo un mercato di prodotti, senza una vera passione. Invece, mi sono reso conto che c’è la volontà di sviluppare una cultura ispirata, seppur semplicemente, a quella occidentale, con attenzione sia alla performance sia alle social ride”. 

Cultura ciclistica in trasformazione

Cynthia e Federico sono entrati in contatto con una cultura ciclistica in piena evoluzione, ma ancora priva di un tassello fondamentale: la filosofia gravel. Hanno pedalato quattro giorni in Sichuan, immersi nei suoi territori incontaminati e a stretto contatto con lo spirito gravel: esplorazione e connessione con l’ambiente. “A circa duecento chilometri da Chengdu si aprono territori montuosi affascinanti, con altitudini molto elevate. Questo è uno dei punti di forza della zona: montagne difficilmente accessibili in Europa, ma qui collegate da una rete stradale ben sviluppata. Per questo, alternavamo tratti di asfalto a sterrati per trovare il gravel, che ci ha permesso di pedalare a quota 4.800 metri nel secondo giorno lungo i monti Quionglai”, racconta Federico.

La catena dei Monti Qionglai, con cime che superano i 6.000 metri, tra cui il maestoso Monte Siguniang (6.250 m), offre strade e sentieri che si arrampicano fino a quote sorprendenti. Cynthia e Federico hanno raggiunto i 4.800 metri durante il secondo giorno di viaggio, che li ha condotti fino a Ngawa, che offre una combinazione unica di ambienti selvatici e cultura tibetana. Il Sichuan è noto per attrazioni iconiche come il Buddha Gigante di Leshan, la Riserva di Jiuzhaigou e il Monte Emei, oltre a essere la terra del panda gigante, con centri dedicati alla sua conservazione. Tuttavia, l’essenza del loro viaggio non era nei luoghi simbolo, ma nello spirito dell’avventura off-road, che li ha portati a esplorare territori remoti e autentici, dove la natura si mostra nella sua forma più primordiale.

“Il paesaggio montuoso era incredibile, e già percorrere la strada principale era un’esperienza. Volevamo però spingerci oltre, ispirati dall’idea alla base del gravel: esplorare fuori dalle rotte convenzionali. Così, abbiamo deciso di integrarne la filosofia nel nostro viaggio, portando tutto sulle bici. Una delle cose che mi ha colpito di più è stata la sensazione di trovarmi faccia a faccia con la montagna, immerso in scenari fuori dal comune. Amo la montagna, e questo tipo di avventura è davvero unico”, racconta Federico.

Ad accompagnarli c’era Sun, un rider locale esperto che, pur non avendo mai utilizzato una bici gravel prima di allora, si è rivelato un prezioso compagno di viaggio per Cynthia e Federico. Il suo ruolo è stato fondamentale non solo come tramite con la cultura del posto, ma anche perché il confronto con lui ha offerto spunti interessanti sul mondo gravel. “I ciclisti che si sono uniti ci hanno raccontato che la zona che stavamo esplorando è considerata una delle più belle di tutta la Cina. Persone da ogni angolo del paese arrivano qui per ammirare le montagne del Sichuan. Per alcuni era un sogno di lunga data. Queste storie mi hanno fatto apprezzare ancor di più la bellezza del luogo. I paesaggi del Sichuan erano mozzafiato, senza confini. Le montagne superavano in imponenza qualsiasi cosa avessi visto prima. Uno dei ricordi più belli è stato raggiungere i 4.500 metri di altitudine su strade asfaltate, un’esperienza unica. Le salite erano affrontabili, ma arrivare nei piccoli villaggi era spesso ripido. In alcuni tratti ho dovuto spingere la bici, ma lo sforzo veniva ripagato dalla bellezza dei panorami, dalle interazioni con la gente del posto e, naturalmente, dall’ottimo cibo”, aggiunge Cynthia.

Durante il loro viaggio attraverso le aree più appartate della Cina, Cynthia e Federico hanno scoperto come la tecnologia abbia semplificato enormemente la vita quotidiana, anche nelle aree rurali. Per acquistare una semplice bottiglia d’acqua, bastava inquadrare un QR code e trasferire l’importo direttamente all’account del venditore tramite una app che combina messaggistica e pagamenti digitali. In nessun momento hanno avuto bisogno di contanti: persino un’anziana signora, in un villaggio sperduto, ha accettato un pagamento rapido e immediato tramite cellulare. Questa modernità coesiste con un ritmo di vita rurale, dove il tempo sembra scorrere più lentamente, Questa modernità convive con un ritmo di vita rurale, dove il tempo sembra scorrere più lentamente, lasciando spazio a connessioni genuine con le persone.

“Percorrevamo circa un centinaio di chilometri al giorno, senza la frenesia di arrivare a un’ora precisa. Ogni mattina ci alzavamo puntando al punto B, ma restando aperti alle sorprese del percorso. Questo approccio rilassato e spontaneo è stato uno degli aspetti più belli. Alcune deviazioni gravel ci hanno portato fino a un ghiacciaio, pedalando. Per me, questo è stato il momento chiave del viaggio. Tornare a esplorare senza dipendere dalle mappe, senza sapere cosa avremmo trovato cinque minuti più avanti, senza conoscere il punto esatto in cui la strada sarebbe finita. In Europa o Nord America c’è sempre chi ha già documentato quei luoghi, fornendo immagini e informazioni. Qui, invece, eri libero da quelle certezze, e questo aggiungeva un senso di avventura e autenticità”, spiega Federico.

I sapori intensi della cucina locale 

In un posto nuovo, ogni esperienza si intreccia inevitabilmente con i sapori della cucina locale e con gusti spesso lontani da quelli familiari. La cucina del Sichuan, celebre per i suoi sapori intensi, fa un uso generoso di peperoncino e pepe del Sichuan, un ingrediente che non si limita a essere piccante, ma crea una caratteristica sensazione di intorpidimento al palato. Il Mapo Tofu ne è un esempio emblematico: cubetti di tofu in una salsa piccante a base di carne macinata, peperoncino e pepe del Sichuan. Un altro piatto caratteristico è il Kung Pao Chicken, con bocconcini di pollo, arachidi, peperoncino secco e una salsa agrodolce. “Essere vegetariana può essere una sfida, ma adoro il piccante! I ciclisti locali mi hanno aiutato a scoprire deliziose opzioni a base di tofu, e ho potuto gustare piatti serviti in stile famiglia. Melanzane e cavolo, spesso con peperoncini rossi, erano un classico. Il mio preferito è stato il Mapo Tofu—fantastico. E non dimenticherò il gelato al gusto di peperoncini rossi, un’esperienza unica”, dice Cynthia.

Prima di partire, non avevano un’idea precisa del meteo a fine settembre, ma si è rivelato tutto sommato clemente, fatta eccezione per le mattine fredde, con temperature vicine allo zero. Considerando l’altitudine, le condizioni climatiche sono state favorevoli. Hanno tracciato un percorso ad anello di oltre 400 chilometri, ricco di variazioni paesaggistiche, con partenza e arrivo a Dujangyan. Questa città è famosa per il suo antichissimo sistema di irrigazione, risalente a oltre duemila anni fa e tuttora perfettamente funzionante.

“Dujiangyan, punto di partenza e arrivo del nostro itinerario ad anello con tratti di gravel, ci ha accolti con una grande bandiera rossa dietro la statua al centro della piazza. Nel 2019, un terremoto ha devastato il Sichuan e quella grande bandiera copre le macerie rimaste. Le zone attraversate offrivano laghi, fiumi e una sorprendente varietà di scenari. In pochi chilometri si passava da un ambiente all’altro, e il tempo sembrava dilatarsi, permettendoci di assaporare ogni momento del viaggio. Nei pressi di Jiajin, ci siamo fermati per aiuta- re una quindicina di uomini alle prese con la riparazione di una motoretta, usando attrezzi rudimentali—probabilmente ci stanno ancora lavorando! Senza render- cene conto, ci eravamo immersi nel loro mondo. A Wori, invece, abbiamo incontrato un uomo intento a maneggiare sacchi colmi di mele”, racconta Federico. In un mondo sempre più veloce, il Sichuan non ha offerto solo un’avventura ciclistica, ma ha lasciato un bagaglio di esperienze: il valore della lentezza, del contatto  umano e della capacità di superare le barriere linguistiche attraverso semplici gesti e sguardi. “Ho acquisito una nuova prospettiva sulla bellezza di un ritmo di vita più lento. Gli abitanti delle zone rurali mi hanno ricordato la pace e la serenità offerte dal mondo naturale. È una lezione importante: rallentare, fermarsi e apprezzare ciò che abbiamo intorno, altrimenti si rischia di perdere qualcosa. Nelle aree rurali, gli abitanti erano curiosi di noi. Alcuni chiedevano delle nostre bici—uno ha persino provato quella di Federico. Un uomo ci ha invitato a casa sua, offrendoci acqua mentre chiacchieravamo grazie al figlio e a una app di traduzione. Un altro momento speciale è stato con una donna che stava pulendo l’aglio. Mi ha mostrato ogni fase del suo la- voro e, anche se non potevamo comunicare a parole, abbiamo condiviso un momento unico grazie a un semplice spicchio d’aglio ancora sporco”, conclude Cynthia.

Esplorare un luogo significa, prima di tutto, entrare in contatto con chi lo abita: la bicicletta rende il viaggio un’esperienza più profonda e umana, andando oltre il semplice attraversamento.

 

3T EXTREMA & RACEMAX ITALIA

La 3T Exploro ha rappresentato un punto di svolta nel mondo del gravel, con un de- sign innovativo e prestazioni versatili. Progettata per combinare velocità su strada e affidabilità su sterrati, si è distinta anche sui percorsi più impegnativi, come le discese tecniche di montagna. I test in galleria del vento hanno confermato la sua efficacia in condizioni difficili, ridefinendo gli standard delle biciclette gravel. Il marchio italiano 3T ha ampliato la propria gamma di biciclette per l’esplorazione, introducendo nuovi modelli come la Racemax Italia, progettata per garantire aerodinamicità e versatilità, e ottimizzata per pneumatici tra 35 e 42 mm. È stata impiegata da Cynthia Carson e dal suo compagno di viaggio Sun con pneumatici da 40 mm. A questa si affianca l’Extrema Italia, pensata per avventure impegnative e competizioni estreme, capace di offrire velocità anche sui terreni più sconnessi. Ottimizzata per pneumatici da 55-61 mm, è compatibile anche con gomme più strette. Federico Bassis ha optato per una configurazione con pneumatici da 50 mm.

Tra i punti di forza di 3T spicca la scelta di riportare la produzione dei telai in carbonio in Italia, nello stabilimento vicino a Bergamo. Qui, grazie a una tecnologia proprietaria di avvolgimento dei filamenti e al processo RTM (stampaggio a trasferimento di resina), vengono realizzati a mano telai gravel di alta qualità, pensati per soddisfare esigenze specifiche. I macchinari sviluppati internamente consentono configurazioni personalizzate per trasmissioni 1X, 2X, meccaniche o elettroniche.

Il design prevede un passaggio interno dei cavi, migliorando l’efficienza aerodinamica e conferendo un’estetica pulita e ordinata. Tra le innovazioni, il sistema More Integrale permette di regolare l’altezza del tubo sterzo senza interventi sui tubi dei freni, offrendo configurazioni ergonomiche flessibili. Inoltre, l’attacco manubrio More, compatibile con gruppi elettronici Sram e Shimano (1X e 2X) o meccanici (1X), semplifica manutenzione e trasporto grazie alla possibilità di rimuoverlo senza scollegare i freni. In condizioni complesse, come i sentieri accidentati del Sichuan, la Racemax Italia e l’Extrema Italia hanno dimostrato affidabilità e versatilità, come emerge dalle esperienze di Cynthia e Federico. “La mia 3T Racemax Italia ha gestito bene le discese sterrate, ma alcune salite si sono rivelate troppo impegnative per le mie gambe, costringendomi a spingere la bici a mano in alcuni tratti. Queste difficoltà, seppur dure, hanno reso l’avventura ancora più emozionante”, racconta Cynthia.

“Nei tratti di sterrato, talvolta impegnativi, le gomme da 50 mm che avevo montato mi hanno garantito sicurezza, comfort e piacere di guida. A questi si alternavano parti asfaltate, dove leggerezza e rigidità della bicicletta si sono rivelate fondamentali per affrontare i trasferimenti alla ricerca del gravel”, aggiunge Federico, evidenziando la sintesi tra avventura e prestazioni.

www.3t.bike/it

Autore: Fulvia Camisa Immagini: Chiara Redaschi

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