La fragilità di un Grande Giro

La fragilità di un Grande Giro

Il rischio corso da Geraint Thomas durante la diciannovesima tappa ci ricorda che la corsa non è finita finché il gruppo non taglierà il traguardo di Roma domenica.


Diciannove giorni di corsa. Mesi di preparazione e sacrifici. Un'intera squadra di massaggiatori, meccanici, direttori sportivi e corridori lavorano congiuntamente per raggiungere l'obiettivo più importante della stagione, e tutto può andare storto in una frazione di secondo.

Nella giornata di ieri, per Geraint Thomas c'è stato un momento in cui le 71 ore di gara accumulate in questo Giro d'Italia avrebbero potuto rivelarsi inutili. É accaduto durante un momento di calma della diciannovesima frazione, quando i corridori di classifica hanno iniziato a guardarsi l'un l'altro entrando negli ultimi 10 chilometri. Il gallese stava guardando dietro di sé, quando la direzione del gruppo è cambiata, spostandosi dal lato sinistro a quello destro. Si è trattato di un momentaneo calo di concentrazione - probabilmente figlio della stanchezza che sicuramente avverte dopo tre settimane estenuanti - e all'improvviso Thomas era disteso sull'asfalto scivoloso che portava a Sappada.

Non c'era nessun altro da incolpare per l'incidente oltre al gallese, che ha urtato la ruota posteriore di Antonio Tiberi della Bahrain-Victorious, ma è accaduto perché Thomas non stava guardando avanti. La velocità a cui è avvenuta la caduta era bassa, ma queste a volte possono essere quelle più toste. Fortunatamente, Thomas si è rialzato in fretta. Ha tentato di risalire in sella, ma la catena era fuoriuscita, quindi ha atteso l'ammiraglia per un cambio bici prima di tornare in gruppo.

La fortuna di Thomas è stata che l'UAE Team Emirates ha smesso di tirare, e Tadej Pogačar - la maglia rosa - ha messo in pratica una delle regole non scritte del ciclismo: gli uomini in classifica generale aspetteranno un corridore che è sul podio se subisce una caduta o un guasto meccanico nelle fasi finali. È un segno di rispetto per il duro lavoro che Thomas ha svolto finora in questa corsa, probabilmente agevolato dallo status del trentasettenne e dai suoi trascorsi in questo sport. Corridori come Dani Martinez e Ben O'Connor (rispettivamente in seconda e quarta posizione) avrebbero potuto capitalizzare e guadagnare del tempo sulla sfortuna di Thomas, ma nessuno dei due ha colto l'occasione. Se sia stata una scelta sportivamente giusta o se fosse più giusto attaccare - è una gara ciclistica dopotutto - è una questione di opinioni.

In ogni caso, la caduta di Geraint Thomas ha ricordato quanto sia delicato correre un Grande Giro e il ciclismo in toto. Anche quando il risultato sembra scritto e il traguardo è a portata di mano, i corridori non possono mai rilassarsi del tutto - questo è ciò che rende così impegnativo vincere una corsa come il Giro d'Italia. Per portare a casa uno dei Grandi Giri non basta avere le gambe più forti. Un corridore deve avere la capacità di rimanere concentrato per tutto il tempo, gestendo la fatica mentale, oltre a quella fisica.

Nessuno è immune dagli errori banali come quello fatto da Thomas nella tappa di ieri, e questo è un duro promemoria del fatto che nonostante Pogačar sia in testa alla Corsa Rosa con un pugno di ferro, la gara non è mai finita finché il gruppo non transiterà sulla linea d'arrivo di Roma. La sportività dei rivali ha evitato a Thomas delle ripercussioni in classifica generale, ma nel ciclismo non è detto che sia sempre così.

"É stato un piccolo e stupido errore", ha dichiarato l'atleta della Ineos Grenadiers ai giornalisti dopo la tappa. "Mi stavo guardando alle spalle e loro si sono spostati appena. Mi si è sovrapposta la ruota e sono finito a terra". Per fortuna ho preso subito la bici di scorta e l'ammiraglia della Bora Hansgrohe è stata brava, mi hanno fatto un po' di scia per rientrare in gruppo. Quando sono caduto ho detto alla radio 'Mi serve una nuova bici'. Sembrava come se la macchina fosse lontana chilometri, ma alla fine si è trattato soltanto di qualche secondo e sono ripartito subito".

Risalito in sella, di nuovo nella mischia sia oggi che domenica, il gallese dovrà superare indenne gli ultimi due giorni di gara per assicurarsi un posto sul podio a Roma. I suoi tifosi lo guarderanno con attenzione attraverso le dita, nella speranza che riesca a farcela senza danni. Tutto può cambiare in un secondo.


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