La stagione delle Classiche del pavé si conclude con la più sacra, temuta e desiderata di tutte: La Parigi-Roubaix.
Giunta a 128 anni, la corsa ha raggiunto lo status di mito per l'implacabile brutalità dei suoi ciottoli, che costituiscono un terzo dei decisivi 150 km finali di questa epopea di 257 km. Una vittoria qui per un corridore può compensare immediatamente anche la peggior primavera possibile, mentre un fallimento può lasciare un sapore amaro, indipendentemente dal numero di vittorie raccolte nelle settimane precedenti.
Si tratta di una corsa che premia la forza pura e che spesso si riduce ad una battaglia tra i corridori più forti del gruppo. Le stelle delle classiche dell'ultimo decennio, come Peter Sagan, Greg Van Avermaet e Philippe Gilbert, hanno vinto qui quando erano nel fiore degli anni, mentre prima di allora Tom Boonen e Fabian Cancellara si alternavano alla vittoria anno dopo anno.
Tuttavia, può anche essere una corsa molto imprevedibile. Tante le vittorie di corridori che hanno preso parte alla prima fuga della giornata, basti ricordare Matthew Hayman (2016), Johan Vansummeren (2011) e Stuart O'Grady (2006) che riuscirono a sorprendere tutti pedalando in questo modo nelle ultime 15 edizioni. E, sorprendentemente, non c'è piú stato un vincitore per due o piú anni consecutivi dal terzo e ultimo trionfo di Cancellara 10 anni fa.
Con un solo ex vincitore in grado di trionfare di nuovo quest'anno, il 2023 vedrà probabilmente un altro vincitore, diverso dallo scorso anno. Ecco le nostre scelte.
Mathieu van der Poel
Primo alla Milano-Sanremo e secondo al Giro delle Fiandre, Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) ha ottenuto finora nelle Classiche di primavera la migliore serie di risultati "Monument" della sua carriera, ma può vincere la Parigi-Roubaix? Per una corsa che sembra così perfettamente adatta a un corridore con la sua potenza e la sua maneggevolezza, ha avuto un periodo sorprendentemente difficile nelle edizioni precedenti, a cui sono mancate un pó le gambe per eseguire le mosse decisive alla fine dell'edizione dello scorso anno e finendo ultimo in uno sprint a tre che avrebbe potuto vincere al debutto nel 2021.
In una corsa che, rispetto alla maggior parte delle altre, è spesso vinta da attacchi solitari a lungo raggio, l'istinto di Van der Poel di correre in testa potrebbe essere premiato peró, soprattutto perché vorrà neutralizzare la minaccia rappresentata dalla Jumbo-Visma e dalla sua forza numerica. Tenetevi forte: è possibile che attacchi da un momento all'altro a partire dalla Foresta di Arenberg.
Wout van Aert
Ottenere il primo posto (E3 Saxo Classic), il secondo (Gent-Wevelgem), il terzo (Milano-Sanremo) e il quarto (Giro delle Fiandre) nelle quattro partecipazioni alle Classiche di Primavera sarebbe un rendimento fenomenale per quasi tutti gli altri corridori del mondo, ma nel caso di un corridore di talento come Wout van Aert (Jumbo-Visma), l'opinione comune è che sia al di sotto delle aspettative e che sia al di sotto delle sue possibilità.
Il belga non è stato al livello di Van der Poel e Tadej Pogačar questa primavera, e di conseguenza ha mancato entrambi le Classiche Monumento di questa stagione, mentre loro ne hanno conquistata una a testa. In effetti, sono passati più di tre anni dalla sua unica vittoria ad una Monument. Se ne attende una da tempo e, in assenza di Pogačar, domenica si presenta come una delle sue migliori opportunità, se riuscirà a trovare quell'1% di forma in più.
Filippo Ganna
Sebbene sia difficile vedere altri corridori all'altezza di Van Aert e Van der Poel senza che le manovre tattiche e la fortuna legata a cadute e incidenti meccanici giochino un ruolo importante, c'è un jolly nel gruppo che potrebbe essere in grado di misurarsi con loro: Filippo Ganna. Dopo tutto, è stato lui a disturbare i soliti Magnifici Tre alla Milano-Sanremo, piazzandosi secondo dietro a Van der Poel e davanti a Van Aert e Pogačar.
Sebbene la sua forma non sia stata altrettanto buona nelle classiche sul pavé che sono poi seguite, con un DNF alla Gent-Wevelgem seguito da un lontano 91° posto alla Dwars door Vlaanderen, si è preparato in modo specifico per la Parigi-Roubaix, dove la mancanza di salite dovrebbe adattarsi molto meglio al peso massimo. La domanda principale sarà quanto riuscirà a gestire il pavé in una corsa che ha terminato solo una volta in tre tentativi (con un modesto 35° posto), ma come ex vincitore della gara under 23 potrebbe essere più abile di quanto si pensi.
Dylan van Baarle
La Jumbo-Visma vorrà assolutamente non sprecare questa opportunità e sfruttare le numerose vittorie avvenute questa primavera conquistando la sua prima Classica Monumento, specialmente considerando che l'ultima vittoria in una Monument é avvenuta nel lontano 2020 e che comunque contano di un gran spirito di squadra.
Il sesto classificato del 2021 Christophe Laporte e il super affidabile Nathan Van Hooydonck sono tra i corridori più forti del cast di supporto di Wout van Aert, ma il campione in carica Dylan van Baarle è il nome che spicca. Ci sono punti interrogativi sulla sua forma fisica dopo la caduta all'E3 Saxo Classic e la mancata partecipazione al Giro delle Fiandre a causa di un problema di salute, ma è il tipo di corridore che prospera quando viene sottovalutato e non dovrebbe essere lasciato andare via come é successo nell'edizione dello scorso anno.
Stefan Küng
Se Stefan Küng riuscirà a vincere una delle grandi classiche a cui si è avvicinato negli ultimi anni, è probabile che sia la Parigi-Roubaix. Il suo percorso si adatta meglio al suo spirito diesel e a cronometro rispetto al ritmo da puncheur delle classiche delle Fiandre, come dimostra l'eccellente terzo posto ottenuto l'anno scorso.
Il corridore della Groupama-FDJ si presenta all'edizione di quest'anno in una forma simile a quella del 2022, essendosi piazzato al sesto posto sia al Giro delle Fiandre che alla E3 Saxo Classic, ma probabilmente avrà bisogno di una grande dose di fortuna e/o del tipo di attacco tatticamente astuto e perfettamente studiato, che ha faticato a produrre in passato, se vuole sconfiggere le superstar.
Matej Mohorič
Più lunga è la corsa, piú Matej Mohorič tende a spiccare, quindi anche se la Parigi-Roubaix non è il tipo di gara in cui ci si aspetta che un corridore con le sue credenziali possa eccellere (soprattutto considerando che non ci sono discese in cui mettere in campo le sue famose abilità di discesista), rimane uno dei favoriti. Lo si è visto chiaramente l'anno scorso, quando si è classificato quinto dopo aver attaccato coraggiosamente prima ancora dell'arrivo nella Foresta di Arenberg, a oltre 100 km dal traguardo. Non è chiaro se sarà influenzato negativamente dalla caduta al Giro delle Fiandre di domenica, ma, se in piena forma, potrebbe seguire le orme del suo ex compagno di squadra alla Bahrain-Victorious Sonny Colbrelli e diventare un vincitore a sorpresa dell'Inferno del Nord.
Outsiders
Sembra inopportuno non includere alcun corridore della Soudal - Quick-Step tra i principali favoriti per una corsa che la squadra ha vinto cinque delle ultime 14 edizioni, ma la forma di Florian Sénéchal e Yves Lampaert, ad esempio, rimane ben al di sotto di quella che ha visto il primo arrivare sesto qui nel 2019 e il secondo entrare nella top 10 in quattro diverse occasioni. Kasper Asgreen è sembrato più in forma, ma ha un record negativo alla Parigi-Roubaix, con un massimo in carriera di appena 44° posto.
La Trek-Segafredo sembra avere migliori prospettive, con Mads Pedersen che ha impressionato per il suo terzo posto al Giro delle Fiandre, ma anche lui ha trovato la Parigi-Roubaix difficile da gestire, non essendo entrato nei primi 50 in nessuna delle sue precedenti cinque apparizioni. Il compagno di squadra Jasper Stuyven, invece, è uno specialista di questa corsa e potrebbe essere una scommessa vincente, avendo già raggiunto la top ten per tre volte nella sua carriera.
Oltre a Van Baarle, Peter Sagan (TotalEnergies), Greg Van Avermaet (Ag2r Citroën) e John Degenkolb (DSM) sono tra gli altri ex vincitori che gareggeranno, anche se tutti sembrano ormai aver superato l'età del massimo splendore. I corridori che si sono classificati secondi in passato hanno invece migliori prospettive: Florian Vermeersch (Lotto-Dstny) potrebbe non aver fatto tesoro del secondo posto di due anni fa, ma quella corsa dimostra comunque che ha talento, mentre Nils Politt (Bora-Hansgrohe) e Sep Vanmarcke (Israel-Premier Tech) - secondi rispettivamente nel 2019 e nel 2013 - hanno mostrato lampi di forma questa primavera.
Arnaud De Lie (Lotto-Dstny) è un debuttante che attirerà molta attenzione, anche se la sua forma è calata dopo il secondo posto alla Omloop Het Nieuwsblad di febbraio, mentre i giovani Fred Wright (Bahrain-Victorious) e Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers) sono entrambi in grado di fare faville. Nella lotta per entrare nella fuga del giorno, occhio a Taco van der Hoorn (Intermarché-Circus-Wanty) e al secondo classificato della Dwars door Vlaanderen Oier Lazkano (Movistar), che sono esattamente il tipo di corridori che potrebbero sorprendere da una fuga iniziale.
Pronostico
Al Giro delle Fiandre, la Jumbo-Visma non è riuscita a sfruttare la sua forza numerica, non riuscendo a inserirsi nelle prime fughe e venendo ostacolata dagli attacchi inarrestabili di Tadej Pogačar. Questa volta, però, senza Pogačar e con Dylan van Baarle a rinforzare ulteriormente la formazione, dovrebbero davvero dominare la corsa.
In queste circostanze, è sicuramente giunto il momento per Wout van Aert di vincere la Parigi-Roubaix per la prima volta nella sua carriera.