Articolo prodotto in collaborazione con Rolling Dreamers
È risaputo, la memoria è selettiva. Ricordiamo meglio le cose che ci colpiscono emotivamente, o semplicemente che ci piacciono. La nostra mente si concentra sui momenti che considera più importanti. E spesso quei momenti diventano una fonte di ispirazione, che ci accompagna per tutta la vita. Uno dei miei ricordi più significativi è datato 1984, ed è legato all'ultima tappa - con arrivo a Verona - del Giro d'Italia. È stata un'epifania e ho iniziato a coltivare un sogno: andare a pedalare nei luoghi teatro di sfide avvincenti, e possibilmente in contesti spettacolari.
Di quei momenti trascorsi davanti alla televisione ricordo l'euforia del pubblico che faceva un tifo da stadio e la tensione per una gara che valeva la vittoria della Corsa Rosa. Rammento la telecamera posizionata sull'elicottero che riprende Francesco Moser mentre passa sotto la cinta muraria del centro cittadino poco prima di fare il suo ingresso all'Arena, e il tondo sulla sinistra dello schermo che lo inquadra all'arrivo mentre Laurent Fignon in maglia rosa è impegnato nell'ultima parte dei 42 chilometri che compongono il percorso.
Era la prima volta che vedevo una cronometro, una prova esaltante ed estenuante che da allora emana un grande fascino su di me. Il risultato è noto: Moser ha vinto la crono con un netto vantaggio su Fignon, e si è aggiudicato il Giro scalzando il francese dal primo posto in classifica generale. Ricordo di avere incitato entrambi, di averli ammirati per la determinazione e di avere fatto una promessa a me stessa: sarei andata a pedalare – appena possibile (all'epoca ero molto giovane) - su quelle strade ammantate di epica ciclistica. Così è stato, fortunatamente più volte. Da allora, voler scoprire in bicicletta i luoghi in cui si sono scritte le pagine più belle del grande ciclismo è diventato il mio mantra.
Ogni volta che ho esplorato Verona e dintorni in bicicletta ho riempito l'album dei ricordi di momenti indimenticabili e scorci meravigliosi. Ma soprattutto ho percepito l'emozione di essere in posti dove la storia del ciclismo è impressa nel paesaggio, dove la passione per questo sport è palpabile e dove pedalare è un'esperienza che tocca le corde dell'anima.
Il ciclismo è uno sport che ha ispirato libri, film e canzoni - e che da sempre ha un legame molto forte coi luoghi che attraversa. A Verona la cultura della bicicletta ha radici profonde, e c'è pure una novità molto interessante. "Mi sono trasferito a vivere a Verona perché in questa città vedo una nuova 'cycling destination' in Italia. Secondo me ha molto più valore rispetto ad altre realtà", mi dice Matteo Venzi, CEO & Founder di Rolling Dreamers.
“Rolling Dreamers nasce in Toscana nel 2016 per i bike tour. Ci siamo focalizzati sui viaggi e sulle esperienze in bicicletta. E dal 2023 ci siamo insediati su Verona per una serie di progetti, la base operativa però è sempre a Firenze”, aggiunge Venzi, che mi spiega di avere rilevato l'intera azienda nel 2022. “Al nord Italia il mondo della bicicletta è molto vivo, ma mi rendo conto che non è ancora conosciuto all'estero. I nostri clienti sono prevalentemente stranieri e parlando con alcuni di loro ho capito che non hanno mai posto l'attenzione sul fatto di dire che Verona potrebbe essere un posto dove andare a pedalare. Qui il movimento ciclistico è molto attivo”.
Appurato che sulla sella di una bicicletta si reinventa la geografia seguendo il richiamo dei propri itinerari preferiti e delle destinazioni intrise di spirito ciclistico, la nostra chiacchierata si concentra sulla sua considerazione che Vicenza, Bassano del Grappa, Verona e Bergamo stanno diventando sempre più rilevanti a livello di ambiente ciclistico: “Quelle zone stanno crescendo tantissimo dal punto di vista cycling, come comunità. Il mio obiettivo è aprire varie attività a Verona. Voglio portare qua un telaista italiano molto apprezzato che vive all’estero, per realizzare un atelier di telai in acciaio su misura. E stiamo lavorando per aprire un bike cafe che prenda spunto dalle realtà già affermate a Girona.
La città spagnola è diventata negli ultimi anni una delle mete più ambite dai ciclisti di tutto il mondo, grazie alla sua forte vocazione ciclistica e alla frequente presenza delle squadre professionistiche. "Mi piacerebbe, anche se è molto ambizioso, mettere sulla cartina il fatto che Verona è un posto dove andare a pedalare perché i percorsi non hanno niente da invidiare ad altre mete più blasonate. E ci sono più aspetti da considerare: aziende del mondo cycling che sono di questa zona, una comunità locale molto attiva, posti che hanno un background storico e artistico molto pronunciato.
Penso quindi a una parte del made in Italy in ambito ciclistico che viene fatta a 30-40 chilometri e all'aspetto culturale che è strepitoso. Faccio sempre un confronto con Girona, che è la realtà numero uno quasi al mondo, ma questa area ha delle cose in più da offrire. La cittadina spagnola ha un centro storico molto carino, ma qui parliamo di una città che ha un altro spessore”, precisa Venzi.
Verona è ricca di suggestioni, cultura e bellezza. Ho davanti agli occhi l'Adige che scorre sinuoso nel suo centro storico e assomiglia a un nastro d'argento che infiocchetta scorci da cartolina. E poi c'è Castelvecchio, con le sue torri merlate che sembrano tenere testa al cielo, che si staglia imponente tra il Ponte Scaligero e l'Arco dei Gavi, e domina l'adiacente Corso Cavour. E naturalmente l'Arena, il tempio della lirica. Un'opera architettonica straordinaria che unisce il passato e il presente come pochi altri posti riescono a fare. È uno dei monumenti romani meglio conservati al mondo, ed è un luogo antico e dinamico allo stesso tempo perché ospita concerti, spettacoli teatrali e di danza di fama internazionale. Arrivare su due ruote davanti a questo anfiteatro millenario che ora è il teatro lirico all'aperto più grande al mondo, e magari fermarsi a prendere un caffè in un bar dell'iconica piazza Bra, è come mettere un tassello del puzzle al suo posto. Si prova una sensazione indescrivibile, ci si sente nel posto giusto per cogliere appieno la bellezza di questa città.
Il luogo scelto per il suo nuovo progetto è una delle città più straordinarie al mondo, e la sua posizione strategica offre panorami pittoreschi appena si srotolano chilometri sotto le ruote. Personalmente, adoro le sue due colline che regalano un'ampia visuale: Colle San Pietro, con la suggestiva terrazza panoramica, e Torricelle che prende il nome dalle torri di fortificazione fatte costruire durante la dominazione austriaca e racconta una storia che include imprese ciclistiche memorabili. Penso ai Campionati del mondo 1999, quando Oscar Freire, a 23 anni e al secondo anno da professionista, vinse a sorpresa sul circuito delle Torricelle. Il successo dello spagnolo rappresenta per me un altro momento epocale perché dall'anno successivo non avrei più seguito il Mondiale e i Grandi Giri solamente in televisione. E proprio a Verona, col taccuino per le interviste in mano, ho visto Freire conquistare di nuovo la maglia iridata nel 2004.
Pedalare da queste parti è un'esperienza davvero unica. Ci si immerge nella storia del ciclismo, e si rivivono alcuni dei suoi momenti più emozionanti. Inoltre, mi piace il fatto che dietro a una curva spesso si nasconde un angolo poetico di natura oppure un'opera d'arte: “Verona è il punto nevralgico ideale per organizzare bike tour ed esplorare una varietà di luoghi interessanti. Abbiamo selezionato percorsi diversificati che permettono di scoprire le peculiarità di questa zona. Abbiamo dedicato un giorno al Monte Baldo, una salita lunghissima da cui poi si vede il Lago di Garda. Un altro al Lago di Garda. E un altro ancora alla Valpolicella. Mancherebbe, volendo, la Lessinia”.
Il messaggio è chiaro: scoprire le tante opportunità che offre la “città scaligera” scegliendo in base ai propri interessi, per pedalare lungo itinerari dal grande fascino e che permettono di vedere cose molto diverse fra loro.
“Su Verona, al momento, abbiamo fatto volutamente solo road, poi disegneremo una versione gravel. Noi facciamo anche tanto bikepacking e gravel, dipende soprattutto dall'esperienza che ci viene richiesta. Dipende se si vuole pedalare poco o tanto, se si predilige l'enogastronomia o la parte culturale. Organizziamo anche visite guidate. Abbiamo delle proposte standard, ma facciamo tour 'su misura' in base alle esigenze del cliente. Se dice: 'voglio fare una cosa wild, in bikepacking', noi lo rendiamo possibile. Facciamo tantissimo sartoriale. Abbiamo clienti che ci commissionano delle destinazioni. Per esempio ci dicono: 'io l'anno prossimo voglio andare in Giappone' e quindi noi prepariamo tutto. La parte iniziale serve per capire le loro aspettative. Poi, da quando atterrano, ce ne occupiamo noi", conclude Venzi.
I tre percorsi su strada di Rolling Dreamers partono da una città che è uno scrigno d'arte e di sapori della tavola, e conducono tra suggestivi filari di vigneti, su salite in cui respirare aria fresca e pulita, in riva a un lago immerso in uno scenario naturale di straordinaria bellezza e in località dal ricco patrimonio culturale. Il paesaggio qui è un incredibile museo diffuso: “Verona come potenzialità è imbattibile. L'aspetto importante è che puoi stare qui e vedere tante cose. Per andare al Lago di Garda, per esempio, si pedala tantissimo lungo una ciclabile. Quando si arriva a Bardolino si rimane sul lungolago, si passa da Garda e si raggiunge Torri del Benaco. E da lì si sale verso Albisano, poi si rientra”.
Una leggenda locale racconta che una notte il padre degli Dei, indispettito per le vanterie di due sapienti che attribuivano le bellezze della loro terra all'opera dell'uomo, prese le ultime perle che custodiva in un forziere e le depose lontano dal mare, ai piedi delle montagne, creando il Lago di Garda. Ogni località che si incontra da queste parti è come una maniglia che apre magicamente le stanze delle emozioni, regalandoci istanti indimenticabili. Bardolino, un vecchio borgo di pescatori con una pittoresca passeggiata lungolago. Garda, delimitata a Nord dal Monte Luppia che scende fino al lago formando la deliziosa Punta San Vigilio, mentre a Sud è il Colle della Rocca che disegna un panorama indimenticabile. E Torri del Benaco, con il suo Castello Scaligero eretto a difesa del porto e un'atmosfera unica. Ma anche la zona del Monte Baldo, un vero paradiso per gli amanti della natura. La varietà di piante che ospita infatti è talmente ampia da essere paragonata a un giardino botanico, e tra le sue numerose specie alcune sono esclusive di questa montagna.
E la Valpolicella, rinomata per i suoi pregiati vini – tra cui risaltano il Recioto e l'Amarone. Gioielli vinicoli che si possono gustare insieme alle specialità culinarie della tradizione italiana e locale. Nella parte di fondovalle si contano un centinaio di ville storiche, mentre nei pressi di Fumane si trovano grotte preistoriche che sono fra i siti archeologici più importanti d'Europa.
Un bike tour da queste parti è un sorprendente viaggio sensoriale alla scoperta di un territorio dai molteplici aspetti, dove la storia (anche quella ciclistica) si intreccia con la magnificenza della natura e dell'arte, formando un ineguagliabile connubio di tradizione e innovazione.
Per saperne di piú, visitate il sito di Rolling Dreamers