La lista di partenza della corsa nota come "mini Tour de France" è stata all'altezza della situazione, con molti dei pretendenti alla maglia gialla alla ricerca della condizione fisica migliore in vista di luglio. Tra questi Jonas Vingegaard, che l'anno scorso era arrivato secondo dietro al compagno di squadra Primož Roglič (assente quest'anno dopo la vittoria al Giro d'Italia) e che era il favorito per la vittoria finale, essendo Tadej Pogačar ancora in fase di recupero a causa dell'infortunio nella Liegi.
Vingegaard vince facile
Il margine di vittoria di Vingegaard e la facilità con cui ha messo da parte i suoi rivali sono tutti fattori abbastanza notevoli, nonostante la pressione di favorito assoluto. È stato semplicemente intoccabile in montagna, andando in fuga su una salita di terza categoria con un attacco che non era nemmeno previsto per vincere la quinta tappa, poi attaccando a 5 km dalla vetta del Col de la Croix de Fer della settima tappa per poi vincere con un enorme vantaggio di 41 secondi, prima di guadagnare ancora più tempo nella tappa finale con un altro attacco inattaccabile. Il suo margine di vittoria di 2-23 è stato il più ampio al Giro del Delfinato dall'edizione del 1993, oltre a essere il più ampio di qualsiasi corsa a tappe WorldTour di questa stagione, eclissando l'1-12 con cui Vingegaard aveva vinto i Paesi Baschi di Itzulia in aprile.
Stiamo assistendo a un nuovo Vingegaard. Mentre nelle ultime due stagioni la sua apparizione al Tour de France era stata preceduta da lampi di brillantezza ma da una forma discontinua, quest'anno è stato sempre dominante, sbagliando la classifica generale solo una volta, quando ha valutato male i suoi sforzi nella tappa chiave di montagna della Parigi-Nizza. Non ha avuto paura di mostrare le sue carte e, con tutti i dubbi su Pogačar, si è imposto come il favorito per la vittoria del Tour de France.
Una forma fisica preoccupante per i favoriti del Tour
Mentre l'unica vera preoccupazione di Vingegaard sarà quella di aver raggiunto l'apice troppo presto, molti dei corridori indicati come pretendenti alla classifica generale sia qui che al Tour sono probabilmente in ansia, affidandosi al poco tempo rimasto da qui a luglio per trovare un po' di gambe.
Egan Bernal (Ineos Grenadiers) è sembrato ancora l'ombra di quello che era, correndo in modo costante ma senza il suo precedente mordente, concludendo al 12° posto in classifica generale, ma c'era da aspettarselo. Più preoccupante lo stato di forma di Enric Mas (Movistar), Mikel Landa (Bahrain-Victorious), David Gaudu (Groupama-FDJ) e Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), che ha concluso peggio del colombiano in classifica generale.
Raramente tanti favoriti del Tour sono sembrati improvvisamente così fuori forma con il Tour così vicino. Sebbene nessuno di questi corridori sarà stato sorpreso di perdere tra i due e i tre minuti nella crono, data la loro relativa debolezza in questa disciplina (o particolarmente preoccupato, visto che quest'anno il Tour prevede solo 22 km contro il tempo), è stato sorprendente vedere che non avevano neanche le gambe in salita. Landa ha corso con costanza per tutto l'anno e sembrava migliorare a ogni corsa, dopo i settimi posti alla Tirreno-Adriatico e alla Volta a Catalunya con il secondo posto al Giro dei Paesi Baschi; solo tre mesi fa Gaudu era arrivato davanti a Vingegaard alla Parigi-Nizza; Mas non era andato oltre il sesto posto in nessuna corsa a tappe in questa stagione; e Carapaz sembrava aver svoltato la settimana precedente vincendo la Classic Alpes-Maritimes.
Saranno sufficienti tre settimane per raggiungere il livello necessario per competere per il Tour de France? Devono solo sperare di sí.
L'UAE Team Emirates ha dato battaglia
Vingegaard non ha avuto l'assistenza dei suoi gregari come è solito avere, dato l'abbandono di Steven Kruijswijk e rimanendo solo con Tiesj Benoot e Attila Valter come unici uomini su cui poter contare in montagna, ma questo non ha avuto importanza perché ha vinto comunque con facilità. E con Wout van Aert, Sepp Kuss e altri che si uniranno a lui a luglio, avranno sicuramente tanti assi nella manica per la battaglia contro l'UAE Team Emirates.
Gli australiani e Alaphilippe mostrano una forma incoraggiante
È stata una corsa particolarmente promettente per gli australiani. Ben O'Connor (AG2R Citreön) ha eguagliato il podio dello scorso anno con un altro terzo posto, gettando le basi con una crono formidabile, prima di arrampicarsi bene in montagna. Se riuscirà a evitare la stessa sorte dell'anno scorso, quando abbandonò per infortunio alla fine della settimana inaugurale, un podio al Tour de France sembra certamente alla portata.
Anche Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) sembra arrivare al momento giusto. Il campione del Giro d'Italia dello scorso anno ha mostrato la sua forma migliore della stagione fino ad ora, piazzandosi al quarto posto in classifica generale, e tende a raggiungere l'apice nei Grandi Giri piuttosto che nelle corse che precedono.
Al di fuori della lotta per la classifica generale, ci sono stati anche segnali molto incoraggianti da parte di Julian Alaphilippe (Soudal-Quick-Step). Il favorito francese non solo è riuscito a vincere la sua prima gara WorldTour dallo scorso aprile nella seconda tappa, ma è stato anche in gran forma in salita, riuscendo persino a piazzarsi tra i primi dieci in classifica generale. Il grande showman francese sembra che tornerà al meglio per il suo attesissimo ritorno al Tour il mese prossimo.