Colbrelli e le aritmie cardiache, spiegate

Colbrelli e le aritmie cardiache, spiegate

Vi spieghiamo cosa sono le aritmie, quali tipologie di aritmie esistano e come prendervi cura del vostro cuore

Photos: Getty Images Words: Nick Busca

L'immagine di Sonny Colbrelli che crolla dopo aver tagliato il traguardo della prima tappa della Volta a Catalunya, e l'uso di un defibrillatore per rianimarlo, hanno fatto venire i brividi a chi guardava o era presente alla scena. Quell'episodio ci ha ricordato quanto sia faticoso questo sport, anche per gli atleti più allenati e in forma.

La squadra di Colbrelli, la Bahrain Victorious, ha poi comunicato attraverso un comunicato che il 31enne italiano era stato colpito da una "aritmia cardiaca instabile che ha richiesto la defibrillazione". Colbrelli, al momento in cui scriviamo, ha subito un intervento chirurgico e gli è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo, il quale – almeno in Italia – non gli permette di ottenere l'idoneità alla pratica sportiva agonistica.

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Non è la prima volta, e probabilmente non sarà l'ultima, che sentiamo parlare di un ciclista professionista affetto da patologie cardiache. A dicembre, la campionessa del mondo dello Scratch Martina Fidanza (22 anni), è stata sottoposta a un intervento chirurgico al cuore (ablazione dell'atrio destro) per eliminare un'aritmia che era stata scoperta in allenamento, quando il cuore di Fidanza aveva raggiunto il picco di 245 battiti al minuto.
Sonny Colbrelli (destra) allo sprint nella prima tappa della Volta a Catalunya, pochi attimi prima di collassare al terreno. Foto: David Ramos/Getty Images.

Nel gennaio del 2021, qualcosa di simile accadde al velocista e specialista della pista Elia Viviani, mentre nel dicembre 2020 al collega Diego Ulissi era stata diagnosticata una miocardite, un'infiammazione dei muscoli del cuore dopo che un battito cardiaco irregolare era stato rilevato durante i test pre-stagionali. Gli episodi di cui sopra si sono conclusi positivamente, ma in passato si sono registrati altri casi di corridori professionisti colpiti da attacchi cardiaci in corsa e che purtroppo non sono sopravvissuti.

Ma che cosa sono le aritmie? E perché ultimamente sembrano esserci sempre più casi di questo tipo tra i professionisti? Sono più comuni di quanto pensiamo? E le operazioni per trattarle sono così standard come vengono di solito descritte? E come possiamo noi, ciclisti dilettanti e amatoriali, essere sicuri dello stato di salute del nostro cuore per prevenire queste condizioni?

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Diversi tipi di aritmia

Martina Fidanza (22), ha subito un intervento chirurgico al cuore per curare un'aritmia atriale pochi mesi dopo aver vinto il titolo mondiale nello scratch. Foto: Getty Images.

L'aritmia è normalmente definita come un battito cardiaco tremolante o irregolare che può portare a coaguli di sangue, ictus, insufficienza cardiaca e altre complicazioni. Tuttavia, ci sono diversi tipi di aritmia e questi sono più o meno pericolosi a seconda della loro tipologia e della persona colpita.

L'aritmia di fibrillazione atriale (AF o AFib) colpisce le camere superiori del cuore (atri). Durante questa aritmia, gli atri del cuore battono in modo irregolare e non spostano efficacemente il sangue verso le camere inferiori del cuore (ventricoli).

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Un'altra aritmia, più pericolosa, si chiama ventricolare (o V-fib). È causata da un'attività elettrica disordinata che provoca un tremolio o una fibrillazione dei ventricoli. Nei peggiori scenari, l'aritmia ventricolare può inibire il cuore a pompare il sangue e può portare al collasso e all'arresto cardiaco.

Tuttavia, la maggior parte delle aritmie sono comunque benigne e solo in rari casi si arriva all'arresto cardiaco come nel caso di Colbrelli.

Aritmie instabili?

Colbrelli dopo la vittoria del campionato europeo 2021. Foto: Getty Images.

Nel caso di Sonny Colbrelli, il team Bahrain Victorious ha fatto riferimento al suo episodio come un'"aritmia instabile", ma senza specificare se questa avesse coinvolto i suoi atri o ventricoli.

"Le aritmie instabili (che in realtà dovremmo chiamare aritmie gravi) sono aritmie gravi che, nella maggior parte dei casi, sono correlate ad altre condizioni cardiache. Raramente possono essere primitive, cioè comparire senza altre precondizioni", spiega il dottor Francesco Corsetti, chirurgo ed esperto in medicina dello sport con esperienza di lavoro con atleti d'élite e ciclisti di alto livello. Tra le precondizioni, Corsetti elenca la cardiomiopatia ipertrofica o la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro (che hanno componenti genetiche). Tuttavia, anche un infarto può portare all'aritmia e all'arresto cardiaco in un precedente cuore sano, così come le infiammazioni del miocardio dovute a un'infezione virale.

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Dr. Francesco Corsetti, chirurgo ed esperto in medicina dello sport.

"Negli ultimi mesi abbiamo visto diverse miocarditi che hanno portato a gravi aritmie come effetti conseguenti al Covid", dice.

Nel caso di Colbrelli, spiega Corsetti, bisogna prima studiare l'aritmia per capire cosa è successo ed escludere eventuali precondizioni.

"Se la patologia precedente può essere esclusa, l'aritmia, anche quella grave, può essere ablata [come è successo nel caso di Fidanza e Viviani], il che significa essere operati attraverso una procedura che utilizza piccole bruciature o congelamenti per provocare delle cicatrici all'interno del cuore per aiutare a spezzare i segnali elettrici che causano i battiti irregolari", spiega Corsetti.Anche Elia Viviani si era sottoposto all'ablazione per curare l'aritmia che lo aveva colpito nel 2021. Foto: Zac Williams/SW Pix.

L'ablazione è spesso descritta come una procedura standard, tuttavia, essendo una procedura di chirurgia cardiaca, non è mai facile. "Se si è in mani esperte, può essere abbastanza sicura, ma presenta sempre alcuni rischi, anche se limitati", sottolinea Corsetti.

Se però ci sono altri problemi cardiaci sottostanti, l'aritmia non può essere trattata allo stesso modo e l'atleta, almeno in Italia, non verrebbe dichiarato idoneo a correre. "Se la condizione di base è un'infiammazione del miocardio a seguito di un'infezione virale, per esempio, allora l'atleta smetterebbe di allenarsi per diversi mesi e poi - se l'infiammazione è completamente sparita - potrebbe ancora essere dichiarato idoneo a gareggiare", dice Corsetti.

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Ma non è il caso in altre circostanze, come quelle dove sono presenti patologie genetiche. La cardiomiopatia ipertrofica e la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro - che sono le situazioni in cui si verificano le aritmie più gravi - sono patologie primitive che attualmente non hanno cure, tranne la prevenzione delle aritmie attraverso l'impianto di un defibrillatore sottocutaneo (come è avvenuto nel caso di Colbrelli). Ancora una volta, in questi casi (almeno in Italia) gli atleti non sarebbero più legalmente dichiarati idonei a gareggiare, ma possono farlo in altri paesi, come ha fatto il calciatore Christian Eriksen che adesso gioca in Inghilterra. Eriksen era stato colpito da arresto cardiaco agli Europei di calcio nel 2021 e anche a lui è stato impiantato un defibrillatore sottoccutaneo.

Chi è più affetto? 

Molte persone affette da aritmia atriale non lo sanno nemmeno, e se non sono testate regolarmente come gli atleti d'élite - o non hanno accesso alla loro frequenza cardiaca in maniera continuativa - rimangono inconsapevoli dei rischi connessi. 

In Inghilterra la fibrillazione atriale è l'aritmia cardiaca sostenuta più comune, con una prevalenza complessiva della popolazione stimata del 2,5% con una prevalenza maggiore negli uomini (2,9%) che nelle donne (2,0%). Nel 2016, sempre in Inghilterra, oltre 1,4 milioni di persone in erano affette, ma di queste, almeno 425.000 non sono state diagnosticate e trattate.

Allo stesso tempo, è anche possibile che l'allenamento di resistenza possa causare infiammazioni o cicatrici dei muscoli del cuore e cambiamenti nell'impulso elettrico dei battiti cardiaci. Oppure, meno intuitivamente, qualcosa di solito pensato come un adattamento positivo dell'allenamento di resistenza, un aumento delle dimensioni del cuore, può portare a creare un maggior numero di tessuti cardiaci dove irregolarità potrebbero essere causa delle aritmie.

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Come mai così tanti italiani affetti?

Il fisiologo e allenatore di ciclismo Marco Orsini.

Una possibile spiegazione è che per legge, gli atleti italiani (professionisti e non) sono tenuti a fare più esami. In Italia, dal 1982, ogni atleta che voglia competere in qualsiasi sport e a qualsiasi livello (professionista e non) deve sottoporsi a visite annuali di medicina dello sport per valutare se è adatto a correre - e gli esami includono ECG sotto sforzo ed eco-cardiogramma.

"Un ECG sotto sforzo mette in evidenza i problemi cardiaci e circolatori, inoltre attraverso le analisi del sangue si possono controllare i marker cardiaci che sono molecole rilasciate quando il cuore è danneggiato o stressato", spiega il fisiologo e allenatore di ciclismo Marco Orsini. "La misurazione di questi marker serve per aiutare a diagnosticare la sindrome coronarica acuta (ACS) e l'ischemia cardiaca, condizioni associate a un insufficiente apporto di sangue al cuore".

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Ma quali esami occorre fare se non ha accesso alla visita medico sportiva, come in diversi stati esteri?

"Prima di tutto, una visita medica per lo sport agonistico, che differisce da una visita di fitness. Includerei analisi delle urine, ECG sotto sforzo, spirometria, ecocardiogramma, eco della milza e del fegato", spiega Orsini.
Colbrelli, coperto di fango alla Roubaix 2021. Foto: Getty Images.

Oltre a questi, ci sono altri bio-marker che possono aiutare a raccogliere i livelli di stress del sistema nervoso simpatico e para-simpatico, come l'HRV, di cui potete leggere più approfonditamente nella nostra guida.

E non dimenticare che se siete atleti amatoriali con una vita frenetica, un lavoro stressante e diversi impegni familiari, potrebbe non essere una cattiva idea allentare un po' la presa.

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"È risaputo e riportato che praticare sport a livello agonistico o professionale può essere poco salutare, in quanto il corpo è costretto a sopportare carichi che a volte sono oltre i suoi limiti", dice Orsini. "Questo vale soprattutto per i dilettanti, dove allo stress da allenamento si aggiungono lavoro e famiglia. Ecco perché esami come le analisi del sangue possono aiutare l'allenatore e l'atleta ad avere un'indicazione sullo stato di salute del soggetto."

La lezione per noi amatori? Prendetevi cura di voi stessi e fate controlli regolari della vostra salute. Lo sport deve essere un piacere, non diventare un pericolo per la vita. 

Photos: Getty Images Words: Nick Busca


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